COVID-19 - Comunicazione corretta per comportamenti corretti

Pubblicato il 26/02/2020


Sul tema della diffusione della influenza COVID-19, per riportare i ragionamenti su un livello più razionale, abbiamo coinvolto alcuni esperti di psicologia e comunicazione per un articolo di approfondimento.

                                                    Prudenza o panico?

                                                                                 Autore: Dr. Riccardo Sapienza, Psicologo e psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo

<<Come è possibile che delle persone adulte e istruite perdano completamente la lucidità e la capacità di ragionare su quanto sta succedendo e si lascino andare a comportamenti irrazionali?

“Chi l'avrebbe mai detto che nell'arco della nostra vita avremmo vissuto un'epidemia.”

“Noi ieri abbiamo fatto tornare a casa una collega che arrivava dalle zone contaminate...”

“Io ho paura e non mi fido di come la sanità risponderà a tutto ciò. Hanno persino sottovalutato chi stava male e andava in ospedale... Medici e infermieri contagiati.”

 

Queste sono alcune delle reazioni raccolte all’interno di alcune delle chat delle quali faccio parte. Ci trasmettono un’idea di sfiducia, di impotenza, di qualcosa di ineluttabile ed imminente. Al di là delle analisi superficiali, facciamo parte di un’epoca storica nella quale le persone sono poco abituate ad affrontare i reali pericoli per la propria vita. Situazioni che in altre epoche erano all’ordine del giorno (ma oggi lo sono ancora in altri luoghi).

 

Per comprendere appieno cosa accade alle persone dobbiamo ricordarci che l’essere umano è biologicamente “costruito” per sopravvivere in prima persona e più in generale per far sopravvivere la propria specie.

Il cervello ha un’area specifica implicata direttamente in tale meccanismo. Si tratta del sistema limbico che garantisce il funzionamento dei meccanismi automatici dell’organismo fra cui la fame, la sete,.. All’interno del cervello, nella parte profonda degli emisferi cerebrali si trova l’amigdala, un nucleo che interviene direttamente nell’attivazione del meccanismo d’allarme emotivo: la paura. Si tratta di un’attivazione istintiva che allo stato blando determina lo stato di allerta e in caso di attivazioni energiche innesca i meccanismi di attacco e fuga.

La sovraesposizione di questi giorni agli stimoli attivanti come ad esempio i tele/radio giornali, i social di vario genere, ha determinato nella maggior parte delle persone un effetto risonanza che ha fatto sì che il segnale d’allarme, anziché stimolare la prudenza ed i relativi comportamenti di prevenzione, ha portato le persone ad un’eccessiva attivazione elicitando comportamenti irrazionali e sociali. È da tenere presente che di fronte alle situazioni di incertezza e di disorientamento le

persone reagiscono frequentemente conformandosi alla massa e comportandosi acriticamente come la maggioranza.

Facciamo un esercizio pratico. Proviamo ad immaginare una persona (scegliete voi se uomo o donna) che quotidianamente svolge una vita normale dividendosi fra casa, lavoro e figli. Di fronte alle prime notizie relative al Coronavirus in Italia è normale che reagisca preoccupandosi anche perché si trova di fronte a una situazione oggettivamente nuova per la quale non ha esperienze pregresse. Come possiamo immaginare che la persona reagisca nel momento in cui viene sottoposta a continui stimoli da parte di fonti diverse molte delle quali ritenute autorevoli? Cosa può accadere quando legge sui giornali titoli del tipo: “Supermercati presi d'assalto: scaffali ormai vuoti”?

La persona a sua volta con i propri comportamenti contribuisce a generare paura e non fa altro che fungere da volano aumentando la numerosità di persone che si conformano.

Ritorniamo con i piedi per terra e affidiamoci agli specialisti, ossia a coloro che sono in grado di fornire un contributo tecnico su come gestire questa situazione sanitaria.

Facciamo bene ad essere prudenti, ma “Keep calm and carry on”>>.

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