''Raccontare'' la sicurezza sul lavoro per indirizzare correttamente i comportamenti ai fini della prevenzione

Pubblicato il 27/11/2019
In: Enti di controllo 


La creatività dei giovani che si mettono in gioco per parlare in maniera nuova di salute e sicurezza sul lavoro ci piace e va premiata! Soprattutto se fornisce spunti nuovi e al passo coi tempi per sensibilizzare e orientare i comportamenti nella direzione della prevenzione

La VI edizione del Premio Marco Sartori (organizzato da INAIL a Milano con la presenza delle Istituzioni territoriali e di Assolombarda) è stata appunto un'occasione per vedere in pratica giovani creativi che hanno realizzato brevi video che RSPPITALIA diffonde per migliorare la diffusione della cultura della sicurezza. Ecco i tre vincitori:

  • 1° Classificato - FINGERS SNAP DI LORENZO NICOLINO
    Motivazione del premio: "Lorenzo Nicolino, nel suo Fingers Snap è riuscito sapientemente a mescolare ironia e dramma, raccontando i pericoli che possono nascondersi, ogni giorno, sul posto di lavoro e non solo. Una semplice distrazione, un nodo stretto male, un oggetto in bilico, un caschetto dimenticato… tutto può trasformarsi in un attimo fatale che, come uno schiocco di dita, cambia o spezza una vita". 
  • 2° Classificato - UN GIORNO QUALUNQUE DI ALESSIO GRAZIANO
    "Alessio Graziano nel suo divertente cortometraggio mette in scena, in maniera giocosa e affatto banale, la potenziale pericolosità dei luoghi di lavoro, sottolineando l’importanza di dotarsi di adeguati strumenti di protezione per mettersi al riparo dai rischi, eventuali e reali. Oggi come ieri; perché Un giorno qualunque – alternando il bianco e nero al colore – racconta la giornata di un lavoratore del passato e del presente ponendo l’accento su un tema fondamentale, la sicurezza, che si fa esigenza “intramontabile” e fortemente attuale. Sempre". 
  • 3° Classificato - PULCE DI LUCIA FONTANA
    "Lucia Fontana, nel suo cortometraggio, punta sull’emozione ad iniziare dal titolo; “Pulce” è, infatti, il nomignolo affettuoso con il quale il papà chiamava la protagonista. Un uomo che, nei suoi ricordi di bambina, emerge come una figura protettiva e presente, diviso tra il lavoro in cantiere e la famiglia. Quella mattina fatale, riportata alla memoria in un nitido bianco e nero, Pulce è intenta nel ripasso della lezione, fiera di averla imparata bene. Il padre la interroga mentre versa il caffè, prepara il latte e consuma con lei il consueto rituale della colazione, con quei gesti quotidiani che oggi, raccontati dalla figlia ormai grande, sembrano unici e irripetibili". 

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